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Contraffazione, servono controlli e procedure uniformi nella Ue

Il Rapporto della Commissione Europea sulla tutela a livello doganale della proprietà intellettuale segnala una diminuzione di oltre il 9% del numero di ispezioni doganali, e una diminuzione del 24% del volume dei beni sequestrati a livello europeo. Che sono passati dagli oltre 41,3 milioni del 2016 ai 31,4 milioni del 2017.

“I dati contenuti nel Report della Commissione – commenta Mario Peserico, Presidente di Indicam, l’associazione italiana per la tutela della proprietà intellettuale – dimostrano quanto sia importante affrontare l’argomento della lotta alla contraffazione quotidianamente, e come sistema, date le ripercussioni economiche e occupazionali nei singoli Paesi”.

Ue: aumentano i prodotti sequestrati, in Italia diminuiscono

Sono però in crescita i prodotti sequestrati e destinati all’uso quotidiano, come alimentari, medicine, elettrodomestici, cosmetici, giochi. Tutti potenzialmente dannosi per la salute e la sicurezza dei consumatori. Lo scorso anno in questa tipologia di prodotti è rientrato il 43,3% del totale dei pezzi sequestrati, mentre nel 2016 questa percentuale era al 34,2%, e nel 2015 al 25,8%. In Italia, a differenza di quanto registrato complessivamente a livello europeo, nel 2017 sono aumentate le ispezioni doganali (3.907 a fronte di 3.278 nel 2016), ma sono drasticamente diminuiti i beni contraffatti sequestrati: 593.487 contro i 1.006.661 dell’anno precedente. Numeri da leggere in relazione all’aumento degli acquisti online, caratterizzati da molti ordini per pochi pezzi ciascuno, riporta Askanews.

Internet è il mercato con i rischi maggiori

“Ancora una volta questi dati dimostrano come sia sempre più necessario sensibilizzare i singoli Paesi dell’Unione ad adottare procedure e approcci di controllo uniformi a livello di dogane, in modo che le analisi di rischio delle merci potenzialmente contraffatte siano uniformi tra loro, e non si presentino più punti di debolezza ai confini dell’Europa” sottolinea Peserico.

Il dato sull’aumento dell’arrivo di questi prodotti con modalità postali non deve però fare abbassare i controlli sul fronte degli arrivi via mare, che ancora oggi ha il peso maggiore. Al contempo non si può sottovalutare il commercio elettronico: finché Internet rimane esente dalla collaborazione dei big player è il mercato con i rischi maggiori.

Da dove arrivano le merci contraffatte?

Dopo la Cina, aggiunge Peserico, “non può farci stare tranquilli la crescita della Turchia, Paese alle porte dell’Unione Europea e primo nel settore degli abiti, capace di produrre prodotti di migliore qualità rispetto a quelli provenienti da altre zone, con prezzi di vendita superiori”.

L’impegno di Indicam, quindi, è quello di rendere consapevole ogni consumatore sui rischi e le conseguenze per la salute e la sicurezza dell’utilizzo di prodotti contraffatti. Senza dimenticare il supporto alle istituzioni nel contribuire affinché si realizzi un sistema virtuoso di controlli e lotta al crimine.