Menu Close

La solitudine è la pandemia che ha colpito di più gli studenti

È la solitudine la pandemia che ha colpito maggiormente gli student italiani, che hanno sofferto la mancanza di interazioni sociali più dei coetanei europei (70% vs 60%). In particolare, le ragazze (74%) più dei ragazzi (68%), e fra le fasce di età, quella degli studenti tra i 16 e i 18 anni (76% contro 68% 10-12 anni e 67% 13-15 anni). Inoltre, quasi 9 ragazzi italiani su 10 (88%) hanno riscontrato difficoltà durante l’ultimo anno scolastico, un dato più alto rispetto alla media europea (80%). È quanto è emerso dall’indagine sull’istruzione condotta dalla piattaforma di apprendimento online GoStudent, in collaborazione con Kantar market research. I dati sono stati rilevati attraverso un sondaggio online (Cawi) condotto in sette mercati europei tra cui l’Italia su 6.276 genitori e 5.767 studenti di età compresa tra i 10 e i 18 anni.

Le difficoltà della Dad

Oltre alla solitudine, i fattori che più hanno causato disagi agli studenti italiani ed europei sono stati la difficoltà a concentrarsi in un contesto di didattica a distanza (43%), e la difficoltà a comprendere il materiale fornito durante le lezioni online (37%). Il 96% degli studenti italiani ha infatti fatto ricorso alla didattica online durante lo scorso anno scolastico, un dato che supera di ben sette punti la media europea (89%). Quasi la metà degli studenti italiani (47%) ed europei (48%) ha inoltre lamentato lacune in una o più materie. Più pessimistica la visione dei genitori: in Italia il 59% ritiene che i figli abbiano lacune nell’apprendimento dovute alla pandemia. Un risultato di poco superiore alla media dei genitori del resto d’Europa (57%).

Matematica e inglese le materie più a rischio

Mentre un genitore italiano su 2 pensa che le lacune potrebbero continuare anche durante quest’anno scolastico, gli studenti hanno una visione più positiva. L’Italia infatti, dopo la Spagna, è il secondo Paese in Europa che si dichiara fiduciosa (45%) o che comunque non esclude di riuscire a recuperare (43%) nel corso di quest’anno accademico. In ogni caso, in Italia, come nel resto d’Europa, le materie che hanno dato più filo da torcere agli studenti sono state matematica (25%) e inglese (11%). E i ragazzi hanno avuto maggiori difficoltà in inglese (14%), rispetto alle ragazze (7%).

Solo l’8%ha fatto ricorso alle ripetizioni per recuperare

Malgrado le difficoltà nell’apprendimento riscontrate durante la pandemia, riporta Adnkronos, gli studenti italiani rappresentano il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda le ripetizioni. Solo l’8% delle famiglie italiane infatti ha optato per un supporto esterno durante lo scorso anno, la metà rispetto alla media europea (16%). Nonostante l’Italia abbia fatto poco ricorso alle ripetizioni gli studenti del Bel Paese detengono però il primato in fatto di tempo dedicato all’apprendimento al di fuori dell’orario scolastico. I ragazzi italiani sostengono, infatti, di trascorrere 21 ore a settimana sui libri. Con sole 14 ore a settimana, i giovani dei Paesi Bassi sono, invece, i meno studiosi d’Europa.