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Paradosso lavoro: boom di assunzioni, ma non si trova personale

Nei prossimi 6 mesi l’83% delle aziende venete vorrebbe assumere personale, ma l’88% non riesce a trovarlo. Solo l’8% non vuole ampliare l’organico, contro il 18% del 2021. È il paradosso nel mondo del lavoro emerso dalla Survey 2022: Indagine sui fabbisogni professionali delle imprese, condotta da Fòrema, ente di formazione di Assindustria VenetoCentro, su un campione di 208 tra HR manager, imprenditori, responsabili di funzione.
“Si confermano le previsioni di crescita dei sistemi industriali del Veneto – spiega Enrico del Sole, presidente di Fòrema – . La richiesta, crescente e insoddisfatta, di professionalità, rischia tuttavia di mettere in discussione uno dei fattori competitivi su cui si basa la value proposition delle nostre aziende”.

Profili al top per il 2022: dal progettista tecnico all’addetto alla logistica

Le percentuali di assunzioni crescono soprattutto per i settori metalmeccanico (85%) e dei servizi tecnologici (89%), e il 79% delle imprese si dichiara disponibile all’utilizzo degli strumenti più tradizionali. Il contratto a tempo indeterminato è proposto nel 40% dei casi, seguito dal contratto a tempo determinato (22%) e l’apprendistato (17%). Diminuisce il peso dei contratti di somministrazione, ovvero le assunzioni tramite agenzia interinale (6%, contro il 10% del 2021).
I profili al top per il 2022 sono il progettista tecnico (29%), l’addetto alla logistica (15%) e l’addetto amministrativo contabile (10%). La priorità va ai profili di addetti alla produzione di livello manageriale, in grado di governare processi e gruppi di lavoro (11%), i tecnici informatici e i programmatori (9%, contro il 4% dello scorso anno).

Perché le aziende hanno bisogno di assumere? 

Un quarto degli intervistati (26%) collega le assunzioni al normale turnover e ai pensionamenti, mentre circa la metà (48%) all’aumento delle commesse e della mole di attività da fare. Il 26% degli inserimenti è originato da un vero processo di trasformazione organizzativa, che ha avviato nuovi processi da presidiare (13%) o ha creato la necessità di nuovi ruoli prima non contemplati (13%).
Il tirocinio è il metodo preferito per facilitare l’inserimento delle nuove risorse (59%), seguito dai corsi di formazione brevi o lunghi (25%). L’88% del panel dichiara tuttavia che sta riscontrando difficoltà nel reclutare il personale (contro il 69% del 2021).

Mancano le figure disponibili

Le grandi imprese appaiono ancora più in difficoltà delle Pmi. Soprattutto per il reclutamento di figure operative da inserire in produzione (56%), in forte aumento rispetto al 45% del 2021. Il 57% degli intervistati dichiara di non riuscire a ingaggiare nuovo personale necessario per mancanza di figure disponibili, perché sono già in forza presso altre aziende, o perché il sistema dell’istruzione e della formazione non riesce a coprire la domanda (44% nel 2021). A questo dato si aggiunge un ulteriore 19% che segnala come causa principale un disallineamento tra le competenze presenti sul mercato e quelle necessarie per operare efficacemente nel proprio contesto organizzativo. Nel 17% dei casi, si segnala in via esclusiva o accessoria il tema della scarsa attrattività del ruolo offerto, delle mansioni richieste o dell’azienda nel suo complesso.