Il recente sondaggio 2023 di PwC Global Consumer Insights Pulse Survey, che ha coinvolto 9.180 consumatori in 25 Paesi, evidenzia con chiarezza che oltre la metà dei consumatori globali rimanda i propri acquisti. In tempi di crisi, si sta più attenti al budget personale e si sposta in là nel tempo lo shopping ritenuto non essenziale. In quest’ottica non certo rosea per il mercato, che vede in calo soprattutto i prodotti di fascia alta e di lusso, quali sono i canali di vendita che resistono allo tsunami? E in che modo?
I canali utilizzati dai consumatori
A giugno 2022, apparentemente la frequenza di acquisti giornalieri/settimanali dei consumatori, che durante la pandemia aveva registrato una tendenza al rialzo, ha fatto un passo indietro tornando ai tempi pre-Covid. Nel sondaggio, la costante stabilità dimostra che nei prossimi sei mesi la maggior parte dei consumatori prevede solo un lieve cambiamento del canale di acquisto abituale nell’online, in negozio e con la formula “click and collect”. Gli acquisiti in negozio rimangono prettamente invariati, anno su anno, come mezzo di consumo più comune nel 2022 (43%), mentre l’utilizzo di cellulari/smartphone (34%), PC (23%) e tablet (15%) registra complessivamente una lieve riduzione. Dal sondaggio emerge la costante tendenza dei consumatori ad affermare che non acquisteranno mai prodotti tramite tablet (51%), assistenti vocali per abitazioni intelligenti (64%) e dispositivi indossabili (71%), dati complessivamente in aumento rispetto all’ultimo sondaggio PwC Global Consumer Insights Pulse Survey condotto a giugno 2022.
Il metaverso è ancora agli inizi
L’adozione del metaverso come canale di acquisto è ancora nella fase iniziale di adozione. Questo mezzo rimane comunque ancora sotto-utilizzato, con solo un quarto (26%) degli intervistati che ha dichiarato di aver utilizzato la piattaforma per l’intrattenimento, le esperienze virtuali o l’acquisto di prodotti nel 2022. La maggior parte di questi utenti ha utilizzato il metaverso principalmente per la realtà virtuale, ovvero per giocare ai giochi o guardare un film (10%), entrare a far parte di un mondo virtuale, visitare l’ambiente di un rivenditore o partecipare a un concerto (9%) o acquistare un prodotto digitale, ad esempio un non-fungible token o NFT (9%). Coloro che registrano maggiori probabilità di interagire con attività correlate al metaverso sono India (48%), Vietnam (43%) e Hong Kong (42%), oltre ai Millennials (36%).
La questione privacy dei dati pesa sullo shopping online
Dato che lo shopping online continua a crescere a livello di volumi, i consumatori sono sempre più preoccupati in merito alla privacy dei dati. Quasi la metà (47%) afferma di essere estremamente o molto preoccupato quando interagisce con aziende di social media, siti web di viaggi di terze parti/portali (36%), aziende di assistenza sanitaria (34%) e di prodotti di consumo (32%). Paesi come l’India e le Filippine sono i più preoccupati in tali categorie. Di conseguenza, quasi la metà (49%) sostiene di non condividere i dati personali più di quanto sia necessario, il 32% sceglie di non voler ricevere comunicazioni da tali aziende e il 26% ha in generale ridotto le proprie interazioni con questi tipi di aziende.