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Mattone o cedola? Investire negli immobili conviene (quasi) sempre

Alla luce dei più recenti eventi che hanno coinvolto il nostro Paese, oltre alla guerra in Ucraina, l’aumento dell’inflazione e la diminuzione del potere d’acquisto, come cambia la propensione all’acquisto di immobili e all’investimento in abitazioni da parte delle famiglie italiane? Se per 8 italiani su 10 il mattone resta il porto sicuro, dalla ricerca ‘Cedola vs mattone: dove va la vera redditività? E come si distribuisce il patrimonio delle famiglie italiane?’ realizzata da Nomisma per conto di T. Rowe Price, si evidenzia l’importanza di diversificare asset patrimoniali con asset finanziari.

La casa è parte di un patrimonio finanziario

Per il 48% degli intervistati l’acquisto di una casa è sempre un investimento conveniente, e per il 39% le rendite da immobili garantiscano sempre un ritorno economico sicuro. D’altronde, secondo la Banca d’Italia, il 53% della ricchezza netta di una famiglia media italiana è immobiliare/abitativa: il 70,5% degli italiani possiede la prima casa e il 13,5% almeno una seconda. La casa, sia la propria abitazione o venga messa a reddito, non va pensata come un bene a sé stante, ma come parte di un patrimonio finanziario. Questo vale anche per la prima casa, che di fatto è una scelta di investimento di lungo periodo. 

Acquistare un immobile comporta costi e rischi

Che si tratti di prima o seconda casa, un immobile è però esposto a rischi e a costi da non sottovalutare, come l’eventuale reintroduzione della tassa di successione anche in Italia. Inoltre, l’immobiliare resta un investimento non immediatamente liquidabile, ed è esposto al ‘rischio tassi di interesse’ nel caso l’acquisto venga effettuato tramite mutuo. Per un immobile di proprietà, oltre ai tempi di liquidazione, c’è il problema della valutazione, che avviene solo al momento della compravendita, oltre a vari costi (IMU seconda casa, imposta di registro, costi di intermediazione e notarili). Sulla locazione gravano invece i rischi legati all’elevata morosità (ogni anno il 50% delle locazioni non viene onorato con regolarità) e all’impossibilità di prevedere le spese straordinarie.

Solo Milano dà garanzie di investimento sicure 

Negli ultimi dieci anni solo la piazza di Milano ha visto crescere il settore. Lo stesso non si può dire di altre città come Roma e Napoli, che pur in recupero, restano lontane dalle quotazioni del 2012.
“Per investire con soddisfazione nell’immobiliare occorre acquistare nei grandi centri economici che crescono, o nelle città d’arte, perché tutto il resto è esposto a rischi, non ultimo quello demografico – spiega Luca Dondi Dall’Orologio, AD Nomisma -. Occorre comprare in aree dove l’immobile è un bene scarso. Milano è una città che cresce 4-5 volte rispetto a quanto cresce l’Italia e che attira investimenti esteri, tenendo alte le quotazioni”,  Alla luce dei dati emersi nella ricerca, gli esperti consigliano quindi l’opportunità di considerare nuove sinergie fra asset immobiliari e finanziari, onde evitare o contenere i rischi connessi ‘al mattone’.