Menu Close

Autore: Dorothy Gonzaletti

Twitter dice addio al limite dei 280 caratteri

Addio al limite dei 280 caratteri per i cinguettii: sembra che Twitter abbia intenzione di introdurre una nuova funzione, Articles, con cui gli utenti sarebbero liberi dal vincolo potendo così pubblicare sul loro profilo veri e propri blog. A suggerire la concretezza all’intenzione è l’insider Jane Manchun Wong, reverse engineer di Twitter, che ha pubblicato sul proprio profilo uno screenshot di Twitter Articles.
L’immagine indica che la nuova funzione sarebbe inserita in una sezione a parte dei profili, un po’ come attualmente succede per le audio chat di Twitter Spazi. Non è chiaro quando Twitter Articles sarà lanciato sulla piattaforma, ma negli ultimi mesi la compagnia di San Francisco ha introdotto, e spesso eliminato, diverse aggiunte alla propria offerta base. 

Un limite già “ritoccato” nel 2017

Oltre ai già citati Spazi, nel 2020 Twitter aveva lanciato i Fleets, vere e proprie ‘storie’ à la Instagram, che apparivano sulla parte alta del profilo, poi scomparsi l’anno successivo.
Di fatto, con Articles verrebbe meno un limite di caratteri che rappresenta la caratteristica principale del social cinguettante. Del resto, il limite era stato già ritoccato verso l’alto nel 2017, quando per tutti gli utenti dalle 140 battute stabilite dal giorno del lancio nel 2006, si era passati a 280.

Un tipo di post diverso dai comuni tweet

In ogni caso, per quanto riguarda il limite della lunghezza dei tweet, Articles permetterebbe di comporre messaggi più articolati, non conteggiando immagini o altri file multimediali allegati, e allungando ulteriormente il testo, potrebbe trattarsi di un tipo di post differente dai comuni tweet. Per ora comunque si tratta di funzionalità sperimentali alle quali il social network dell’uccellino sta lavorando, e non ci è dato di sapere se e quando saranno disponibili. Probabilmente è questione di mesi, per ora testate su pochi scelti dal social per verificare l’effettiva utilità delle funzioni in questione. 

Downvote, arrivano anche i non mi piace?

Ma oltre ad Articles, Twitter starebbe sperimentando anche l’introduzione dei downvote, vale a dire i non mi piace, funzione a cui Facebook ha sempre deciso di astenersi per evitare inutili discussioni. Basti pensare a social network ludici come Ludomedia, dove il tasto non mi piace spesso causa litigi e discussioni varie.
Twitter invece starebbe prendendo in considerazione l’idea di esprimere il proprio disappunto a un tweet. Tuttavia, come avviene con i non mi piace su Youtube, gli utenti non potranno conoscere quanti non mi piace ha ricevuto un post. Quindi solo l’autore potrà vederli, in questo modo si evitano non mi piace ingiustificati. Inosmma, Twitter vuole offrire agli utenti la possibilità di esprimere il disappunto ma con criterio.

Auto, fine anno nero per per le immatricolazioni

Soprattutto per colpa degli effetti della pandemia, a cui si aggiunge la carenza di semiconduttori, il mercato dell’auto fatica a riprendere quota a livello europeo. I numeri degli ultimi mesi non sono rosei nel Vecchio Continente, fatta eccezione per l’Italia dove la passione per la macchina di proprietà non sembra diminuire, anzi, soprattutto nei mesi finali del 2021. A dare i numeri del comparto è l’Acea, l’associazione delle case automobilistiche europee, che afferma che nell’ultimo anno quasi tutti paesi hanno visto cali importanti.

Flessioni a doppia cifra

Complessivamente, nell’Unione Europea le immatricolazioni di autovetture a dicembre sono diminuite del 22,8% a 795.295 unità, in calo per il sesto mese consecutivo. Ancora, riferisce il report, la maggior parte dei mercati ha subito cali a doppia cifra, compresi i quattro principali: Italia (-27,5%), Germania (-26,9%), Spagna (-18,7%) e Francia (-15,1%). Registrano invece dati in controtendenza solo Bulgaria, Croazia, Lettonia e Slovenia.
In totale, riporta ancora la nota ripresa da Askanews, nel 2021, le vendite di auto nell’Ue sono diminuite del 2,4% a 9,7 milioni di unità, peggiorando il record negativo del 2020 causato dalla pandemia. A pesare, spiega l’Acea, è stata la carenza di semiconduttori che ha avuto un impatto negativo sulla produzione durante tutto l’anno, ma soprattutto durante la seconda metà del 2021. In termini di volumi, lo scorso anno sono mancate all’appello 3,3 milioni di immatricolazioni rispetto ai livelli pre-crisi del 2019.

L’andamento sui 12 mesi premia l’Italia

Guardando all’intero anno, fra i quattro principali mercati dell’Ue, solo la Germania ha registrato un calo (-10,1%) nel 2021. Al contrario, l’Italia ha registrato l’aumento più alto (+5,5%), seguita da Spagna (+1,0%) e Francia ( +0,5%). Ma quali sono le marche di automobili preferite dai compratori dell’Unione Europea? Al primo posto di questa classifica delle case auto si piazza Volkswagen, che nel 2021 raggiunge una quota di mercato del 25,1% e 2,43 milioni di auto vendute (-4,8%). Dopo la tedesca, si collocano Stellantis al 21,9% con 2,12 milioni di auto vendute (-2,1%) e Renault al 10,6% con un milione di auto vendute (-10,2%). Percentuali tutte in positivo per la questa classifica, Hyundai, che grazie a una forte crescita guadagna una quota di mercato dell’8,5% con 828mila auto vendute (+18,4%).

Riscatto laurea agevolato: come richiederlo?

Come fare domanda per il Riscatto laurea agevolato? Basta andare sul sito dell’Inps, dove la procedura per arrivare prima alla pensione con un costo ridotto è piuttosto semplice. La recente realizzazione del portale Riscatti e ricongiunzioni, permette di ottenere una simulazione dell’onere di riscatto, cioè del costo del ‘recupero’, ai fini della pensione, degli anni del corso di studi universitario, ricorda laleggepertutti.it. 
Innanzitutto, è necessario verificare se il corso legale di laurea si colloca in un periodo da valutare con sistema retributivo di calcolo della pensione, nella maggior parte dei casi, se raggiunti 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 il calcolo retributivo si applica fino al 31 dicembre 2011, e l’onere del riscatto si calcola col sistema della riserva matematica.

Come si invia la domanda?

Se, invece, il corso legale di laurea si colloca in un periodo da valutare con sistema contributivo di calcolo della pensione, si può utilizzare per il calcolo dell’onere sia il sistema percentuale sia il sistema forfettario-agevolato, che comporta un costo di 5.264,49 euro per ogni anno da riscattare. Qualora il periodo del corso di studi debba essere valutato con sistema di calcolo retributivo si può comunque utilizzare il sistema forfettario agevolato. La domanda di riscatto degli anni del corso di studi universitario può essere inviata: tramite il sito web dell’Inps, il call center dell’Inps, chiamando il numero 803.164 o 06.164.164 da cellulare, o tramite un patronato.
Se si desidera presentare una domanda di riscatto autonomamente, bisogna accedere al portale web dell’istituto tramite le proprie credenziali dispositive (Spid, Coe o Cns) e seguire il percorso: ‘Prestazioni e servizi’, ‘Servizi’, ‘Portale riscatti -ricongiunzioni’.

Modalità di calcolo dell’onere di riscatto

Utilizzando la sezione ‘Modalità di calcolo’, si può impostare la modalità di determinazione dell’onere di riscatto.
Si può richiedere che il costo del riscatto sia determinato con sistema percentuale (la retribuzione assoggettata a contribuzione negli ultimi 12 mesi viene moltiplicata per l’aliquota contributiva vigente nella gestione interessata dall’operazione, alla data di presentazione della domanda, nonché per il numero di anni da riscattare), o con sistema forfettario-agevolato (il livello minimo imponibile annuo presso la gestione Commercianti viene moltiplicato per l’aliquota di computo vigente presso il Fondo pensione dei lavoratori dipendenti, pari al 33%, nonché per il numero di anni da riscattare).

Come pagare il costo del riscatto?

L’onere di riscatto si può pagare utilizzando l’Avviso di pagamento pagoPA, stampabile attraverso il Portale dei pagamenti, accedendo al sito dell’Inps tramite le proprie credenziali di autenticazione dal percorso: ‘Prestazioni e servizi, Servizi, Portale dei pagamenti, Riscatti Ricongiunzioni e Rendite, Entra nel servizio’.
In alternativa, si può richiedere l’invio tramite posta o e-mail dell’avviso di pagamento pagoPA al call center dell’istituto.
L’avviso di pagamento pagoPA si può saldare online dal sito dell’Inps, utilizzando la carta di credito/debito, l’addebito in conto corrente o altri metodi di pagamento. Oppure, in banca, tramite home banking, alle Poste o presso esercenti convenzionati, o con addebito diretto sul conto.

Il futuro fa un po’ paura: il sentiment dei cittadini del mondo verso il 2022

Altalenanti fra ottimismo e pessimismo, ancora angosciati – ovviamente – dalla pandemia e dai suoi effetti, preoccupati per l’economia e le proprie certezze: pare essere questo, in estrema sintesi, il sentire dei cittadini di tutto il mondo, coinvolti nella tradizionale indagine di fine anno condotta dal network Gallup Inernational, i cui Bva Doxa fa parte per l’Italia. Realizzata in più di 40 Paesi e basata su oltre 40.000 interviste, la ricerca è una realtà consolidata in tutto il mondo, con i suoi Hope e Happiness Index e il tracking relativo all’andamento delle aspettative sulla congiuntura economica.

Circa la metà degli italiani prevede che il 2022 sarà come il 2021

Poche sorprese: gli italiani sembrano essere attendisti nei confronti del 2022. Più nel dettaglio, quasi la metà degli italiani (il 48%) afferma che l’anno prossimo sarà del tutto simile al 2021, mentre la quota di chi crede che il 2022 sarà peggiore del 2021 si attesta al 36%. Solo poco più di un italiano su dieci (14%) vede nel 2022 un anno migliore rispetto a quello che sta per concludersi. I giovani, i laureati e i cittadini del Nord-Ovest risultano più ottimisti guardando al 2022, mentre i più pessimisti sono gli over 54 e i residenti al Nord-Est. 

Economia, aspettative basse

Sul fronte delle aspettative sulla congiuntura economica, la maggioranza degli italiani crede che il 2022 sarà caratterizzato da difficoltà (il 46%) o da una situazione equivalente a quella già vissuta nel 2021 (41%). Anche in questo caso, un italiano su dieci è convinto che il 2022 sarà un anno di prosperità economica. Nonostante il quadro dettato dall’emergenza pandemica, i giovani sono più positivi anche sulla possibilità di superare le difficoltà economiche. Nonostante la pandemia non stia lasciando ampi spazi a scenari diversi da quelli vissuti quest’anno, sembra che tra gli Italiani prevalgano sensazioni positive: il 39%, infatti, si dice felice, contro solo un 7% che si dichiara infelice, mentre la maggioranza si dice né felice né infelice (53%). Anche in questo caso, i giovani italiani, insieme ai laureati e ai cittadini del centro Italia sono le persone più felici del nostro Paese. Il Nord-Est, al contrario, si conferma l’area con la quota più elevata di pessimisti.

La felicità nel mondo

Nonostante la pandemia e le difficoltà economiche, anche quest’anno la felicità personale prevale. In termini di felicità personale, le persone in tutto il mondo si dicono piuttosto soddisfatte. Il 56% della popolazione mondiale si considera ora “piuttosto felice o molto felice”, oltre un decimo afferma di essere più o meno infelice, mentre quasi un terzo dice di non essere “né felice, né infelice”. Secondo l’Happiness Index di Gallup la top 5 dei Paesi con i cittadini più felici è la seguente: Colombia (+79), Kazakistan (+76), Albania (+74), Malesia (+73) e Azerbaijan (+70). Al contrario, la top 5 dei paesi con i cittadini più infelici comprende: Ghana (+2), Afghanistan (+9), Hong Kong (+11), Iraq (+17) e Russia (+18). Come accaduto spesso in passato, America Latina, Africa e Asia orientale sono tra le macroregioni più felici del mondo. L’Europa, il Medio Oriente e la Russia, al contrario, sono più infelici. Gli Stati Uniti, infine, totalizzano un punteggio in media con il dato mondiale.

Gli automobilisti italiani spendono in media 1.296 euro per il carburante

La spesa degli automobilisti italiani per il carburante è ingente: per rifornirsi alla pompa gli italiani pagano in media 1.296 euro l’anno. Negli scorsi mesi gli automobilisti italiani hanno dovuto fare i conti con il caro-carburante. Da un’indagine commissionata da Facile.it e MiaCar.it agli istituti mUp Research e Norstat, emerge come il 72% degli intervistati dichiari di aver cercato di ridurre gli spostamenti in auto proprio a causa dell’aumento dei prezzi. Di fatto, si legge nell’indagine, il conto più salato è quello che ricade sugli automobilisti residenti nel Centro Italia (1.356 euro), mentre quello più leggero spetta invece agli automobilisti del Nord Est (1.152 euro). Per fortuna, nelle ultime settimane i costi di diesel e benzina hanno iniziato a diminuire, anche se non di molto.

Chi spende di più
Guardando ai risultati dell’indagine emergono alcuni dati legati all’uso dell’auto. Ad esempio, gli uomini, che percorrono in media 12.441 chilometri l’anno a fronte dei 10.973 km del campione femminile, mettono a budget circa 1.404 euro l’anno, vale a dire il 18% in più rispetto alle donne (1.188 euro). Dal punto di vista anagrafico, invece, sono gli automobilisti con età compresa tra i 35 e i 44 anni a spendere di più (1.428 euro l’anno), mentre gli over 65 sono quelli che spendono meno (1.056 euro).

Si cerca di usare meno l’auto per risparmiare
Ma quali effetti ha la decisione di usare meno l’auto per via dei costi del carburante? In base all’indagine, tra i 25 milioni di italiani che hanno preso questa decisione il 43,1% ha dichiarato di aver eliminato gli spostamenti superflui, il 28,4% ha scelto di muoversi a piedi anziché sulle quattro ruote e il 13,5%, semplicemente, ha optato per i mezzi pubblici. I più attenti al budget, e quindi coloro che stanno cercando di ridurre maggiormente l’uso dell’auto, sono risultati i giovani con età compresa tra i 25 e i 34 anni (76,6%), e gli automobilisti residenti al Sud e nelle Isole (76,1%).

L’assicurazione nel 2021 costa meno
Se il 2021 è stato un anno negativo dal punto di vista dei costi di rifornimento, la buona notizia è che l’altra voce di spesa che grava sul budget degli automobilisti, l’assicurazione, è rimasta su livelli estremamente bassi per tutto l’anno. Secondo l’osservatorio RC auto di Facile.it, realizzato su un campione di oltre 9 milioni di preventivi, a novembre 2021 per assicurare un veicolo occorrevano, in media, 436,03 euro, vale a dire l’8,17% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

La solitudine è la pandemia che ha colpito di più gli studenti

È la solitudine la pandemia che ha colpito maggiormente gli student italiani, che hanno sofferto la mancanza di interazioni sociali più dei coetanei europei (70% vs 60%). In particolare, le ragazze (74%) più dei ragazzi (68%), e fra le fasce di età, quella degli studenti tra i 16 e i 18 anni (76% contro 68% 10-12 anni e 67% 13-15 anni). Inoltre, quasi 9 ragazzi italiani su 10 (88%) hanno riscontrato difficoltà durante l’ultimo anno scolastico, un dato più alto rispetto alla media europea (80%). È quanto è emerso dall’indagine sull’istruzione condotta dalla piattaforma di apprendimento online GoStudent, in collaborazione con Kantar market research. I dati sono stati rilevati attraverso un sondaggio online (Cawi) condotto in sette mercati europei tra cui l’Italia su 6.276 genitori e 5.767 studenti di età compresa tra i 10 e i 18 anni.

Le difficoltà della Dad

Oltre alla solitudine, i fattori che più hanno causato disagi agli studenti italiani ed europei sono stati la difficoltà a concentrarsi in un contesto di didattica a distanza (43%), e la difficoltà a comprendere il materiale fornito durante le lezioni online (37%). Il 96% degli studenti italiani ha infatti fatto ricorso alla didattica online durante lo scorso anno scolastico, un dato che supera di ben sette punti la media europea (89%). Quasi la metà degli studenti italiani (47%) ed europei (48%) ha inoltre lamentato lacune in una o più materie. Più pessimistica la visione dei genitori: in Italia il 59% ritiene che i figli abbiano lacune nell’apprendimento dovute alla pandemia. Un risultato di poco superiore alla media dei genitori del resto d’Europa (57%).

Matematica e inglese le materie più a rischio

Mentre un genitore italiano su 2 pensa che le lacune potrebbero continuare anche durante quest’anno scolastico, gli studenti hanno una visione più positiva. L’Italia infatti, dopo la Spagna, è il secondo Paese in Europa che si dichiara fiduciosa (45%) o che comunque non esclude di riuscire a recuperare (43%) nel corso di quest’anno accademico. In ogni caso, in Italia, come nel resto d’Europa, le materie che hanno dato più filo da torcere agli studenti sono state matematica (25%) e inglese (11%). E i ragazzi hanno avuto maggiori difficoltà in inglese (14%), rispetto alle ragazze (7%).

Solo l’8%ha fatto ricorso alle ripetizioni per recuperare

Malgrado le difficoltà nell’apprendimento riscontrate durante la pandemia, riporta Adnkronos, gli studenti italiani rappresentano il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda le ripetizioni. Solo l’8% delle famiglie italiane infatti ha optato per un supporto esterno durante lo scorso anno, la metà rispetto alla media europea (16%). Nonostante l’Italia abbia fatto poco ricorso alle ripetizioni gli studenti del Bel Paese detengono però il primato in fatto di tempo dedicato all’apprendimento al di fuori dell’orario scolastico. I ragazzi italiani sostengono, infatti, di trascorrere 21 ore a settimana sui libri. Con sole 14 ore a settimana, i giovani dei Paesi Bassi sono, invece, i meno studiosi d’Europa.

Il 57% dei dipendenti italiani non si sente isolato lavorando da remoto

Uno studio di Kaspersky rileva che il 57% dei dipendenti italiani non si sente isolato quando lavora da remoto, al contrario: il 28% di chi lavora da casa riesce a comunicare ancora meglio con i propri colleghi. La situazione epidemiologica e le conseguenti restrizioni hanno influenzato la comunicazione a livello privato e lavorativo. I problemi più discussi tra i dipendenti che lavorano da remoto includono le sfide generate dalle nuove condizioni, l’isolamento sociale e la mancanza di comunicazione tra colleghi. Ma mentre lavorano da remoto i dipendenti italiani si sentono più connessi, perché per semplificare le comunicazioni utilizzano servizi non aziendali o ‘shadow IT’. 

L’adattamento alle comunicazioni digitali

Secondo la ricerca, l’utilizzo di servizi di comunicazione non aziendali è aumentato, un fattore che spiega la miglior connessione tra colleghi, segnalata da più della metà dei dipendenti intervistati. Nonostante la maggior parte dei dipendenti italiani si è adattata con successo alle comunicazioni digitali, il 43% però si sente ancora isolato quando lavora da casa. Tenuto conto che la solitudine, così come altri fattori demotivanti come stanchezza e ansia, contribuiscono al burnout, questo dato dovrebbe essere motivo di preoccupazione per i dirigenti aziendali.

Aumentano i servizi di comunicazione non aziendali

A livello europeo, solo l’utilizzo di servizi di posta elettronica non aziendale è diminuito dal 66% al 63%, ma sono in aumento altri servizi non aziendali come quelli di messaggistica (dal 56% al 58%), i software non aziendali di pianificazione delle risorse (dal 42% al 45%), le piattaforme di web conferencing (dal 79% all’82%) e i social network (dal 62% al 67%). L’interazione informale tra colleghi tramite software non aziendali facilita la comunicazione e dà la sensazione di essere più connessi, ma al contempo fa aumentare i rischi informatici per l’azienda. I cosiddetti servizi ‘shadow IT’ non sono infatti implementati e controllati dai dipartimenti IT aziendali, e potrebbero essere potenzialmente pericolosi.

I rischi legati all’utilizzo di strumenti shadow IT

“Le persone solitamente utilizzano strumenti aggiuntivi per motivi leciti, e non c’è niente di sbagliato se i dipendenti cercano di rendere più semplice il loro lavoro e la comunicazione tra colleghi – commenta Andrey Evdokimov, Head of Information Security di Kaspersky -. Questa situazione si traduce in un aumento del rischio perché durante lo sviluppo di modelli di minaccia, diagrammi di flusso di dati e pianificazione i difensori non prendono in considerazione gli strumenti non autorizzati. Inoltre, i reparti IT non controllano l’accesso ai servizi shadow e i dipendenti rischiano di compromettere preziose informazioni aziendali”.

Festività natalizie: da Google nuove soluzioni per le vetrine italiane online

Secondo uno studio Google-Ipsos condotto nella regione Emea, il 56% delle persone afferma che durante il periodo che precede Natale prediligerà acquisti nelle piccole imprese locali. E ora che le festività natalizie sono alle porte Google lancia nuove soluzioni per le Pmi e le piccole imprese locali. Questo per aiutarle a farsi individuare online più facilmente dagli utenti. È infatti sul web che spesso le persone iniziano il loro percorso di ricerca e di esplorazione quando desiderano fare acquisti. Più in particolare, per agevolare lo shopping natalizio Google ha rinominato la vetrina digitale senza costi Google My Business.

Da Google My Business a Profilo dell’attività 

Una di queste soluzioni riguarda appunto la vetrina digitale Google My Business. A partire dalla seconda settimana di novembre, i titolari di esercizi commerciali, negozi, ristoranti e aziende potranno rivendicare e verificare facilmente il profilo della propria attività direttamente sulla Ricerca Google, o sull’app Google Maps. Per rendere il tutto più semplice, Google My Business verrà quindi rinominato Profilo dell’attività su Google. La scelta di ribattezzare Google My Business deriva delle analisi sulle ricerche che gli utenti compiono su Google. Da marzo 2020, complice soprattutto la pandemia, le ricerche legate allo shopping online e a come acquistare online sono cresciute in tutto il mondo. Come dimostra Google Trends, si legge su retorica.net, solo in Italia ad esempio l’interesse di ricerca relativo a ‘shopping online’ è cresciuto del 50%.

Con le Campagne locali è possibile promuovere i propri punti vendita

Oltre al Profilo dell’attività, sono diversi gli strumenti e le funzionalità che Google mette a disposizione delle piccole imprese. Una di queste riguarda le Campagne locali, che consentono di promuovere i propri punti vendita, ad esempio sulla Ricerca Google, su Maps, YouTube e sulla Rete Display di Google.

Tre piccole attività di successo grazie a Google

Il colosso del web sottolinea inoltre, riporta Adnkronos, che si possono trovare maggiori informazioni sul Profilo dell’attività, sulle Campagne locali e nel blogpost pubblicato al link italia.googleblog.com/2021/11/la-stagione-delle-festivita-2021.html, in cui si raccontano anche tre storie di successo italiane di piccole attività che utilizzano con successo il Profilo dell’attività su Google. Ovvero, la Libreria Verso a Milano, l’impresa sociale Progetto Quid di Verona, e la pasticceria di Brescia, Le Torte di Giada.

Accessori per il filtraggio dell’aria compressa

Se non è filtrata, l’aria compressa può essere contaminata da elementi quali acqua, polvere e olio, il che è un problema noto a tutti gli operatori del settori.

Tali sostanze hanno un effetto certamente negativo sull’intero impianto e sui singoli macchinari che vengono azionati per mezzo dell’ aria compressa stessa. Il rischio che questi vadano dunque a danneggiarsi, con i relativi costi per la manutenzione ed il conseguente fermo delle macchine per tutto il tempo necessario alle operazioni di riparazione.

Inoltre a subire le conseguenze di un’aria compressa non perfettamente filtrata è anche il prodotto finale, il quale può rischiare di essere contaminato dagli elementi sopracitati e dunque vedere diminuire la qualità della produzione.

Dunque tutti i sistemi di filtrazione del sistema di aria compressa diventano fondamentali. Per questo motivo oggi esistono delle soluzioni e specifici accessori Atlas Copco che hanno il compito di proteggere l’intero impianto ed i singoli utensili che vengono alimentati per azione dell’aria compressa.

Vediamone di seguito alcuni.

I filtri di linea

I filtri di linea vanno a rimuovere elementi contaminanti quali acqua, olio e polvere proteggendo tutte le apparecchiature.

Si tratta di sistemi di filtro che sono stati appositamente progettati per garantire la migliore purezza possibile per l’aria compressa soddisfacendo tutti i più rigorosi standard di qualità.

Inoltre questi filtri hanno, fattore non di secondaria importanza, dei costi piuttosto contenuti per quel che riguarda la manutenzione, dato che il loro alloggiamento è facile così come la rimozione.

Per questo motivo in qualsiasi momento sarà possibile rimuovere e sostituire i filtri senza che sia necessario fermare le macchine per un tempo prolungato.

Scaricatori di condensa

L’aria che esce da un compressore può raggiungere anche il 100% di umidità, oltre a contenere eventualmente olio o piccole particelle solide. Questi elementi insieme vanno a formare una pasta che spesso è abrasiva e oleosa allo stesso tempo.

Senza il giusto trattamento dell’aria quindi, questa sostanza entrerà all’interno del tuo sistema di aria compressa andando a corrodere tubazioni e danneggiando gli utensili.

Da questo punto di vista è importantissimo il lavoro effettuato dagli scaricatori di condensa: per capire sommariamente come funzionano, possiamo dire che la condensa viene costretta ad entrare all’interno di una unità all’interno della quale viene lavorata (anche con del carbone attivo) che ha il compito di assorbire l’umidità. Solo a quel punto l’aria compressa viene mandata in uscita con la certezza che adesso sia assolutamente sicura e affidabile, dunque priva di umidità.

La filtrazione di processo

La filtrazione diventa indispensabile soprattutto quando si parla di alimenti, bevande e farmaci. Sia dunque che si tratti di liquidi commestibili come ad esempio acqua in bottiglia, bibite in lattina, vini o birra, sia che si tratti di liquidi non commestibili come ad esempio inchiostri, solventi o resina, esiste una soluzione di filtraggio adeguata.

Diventano preziosi a questo punto i vari sacchetti, custodie e cartucce che possono essere adoperate per la filtrazione delle materie prime così che il prodotto finale non venga in alcun modo alterato o contaminato. In questo modo si va anche ad ottimizzare la produttività dell’intero impianto proteggendo ogni processo prima ancora che i prodotti stessi.

Grazie ad accessori di questo tipo è possibile andare a filtrare l’aria compressa in maniera eccellente, offrendo prodotti sicuri e di qualità superiore al cliente finale e preservando al meglio l’integrità degli impianti.

È sempre possibile fare riferimento al catalogo dei ricambi Atlas Copco nel caso in cui sia necessario sostituire un pezzo, e dunque sia necessario acquistare dei ricambi oppure ordinare dei nuovi filtri per sostituire quelli attuali.

L’e-commerce in Italia cresce del 15% nel terzo trimestre 2021

Nel terzo trimestre del 2021 l’Italia conferma la propensione allo shopping online e supera il dato globale, cresciuto dell’11%, segnando una crescita complessiva del 15%. Le abitudini di acquisto digitale formate durante la pandemia sono diventate una vera e propria costante. E per la stagione dello shopping natalizio 2021, secondo le previsioni sui comportamenti di acquisto dei consumatori, le vendite digitali a livello globale supereranno il trilione di dollari. Si prevede però che consumatori, rivenditori e fornitori dovranno fare fronte a costi crescenti e scorte di magazzino in diminuzione a causa della forte pressione sulla supply chain. È quanto emerge dai dati relativi al terzo trimestre del 2021 dello Shopping Index, il report trimestrale di Salesforce sui trend dello shopping online.

In Italia il traffico aumenta dell’1%

Se in Italia il commercio digitale nel terzo trimestre 2021 è cresciuto del 15%, la crescita complessiva del traffico cresce dell’1%, in controtendenza rispetto al calo del 2% a livello globale. L’Italia però resta tra i paesi con i tassi di conversione, ovvero il rapporto tra traffico online e ordini, più bassi al mondo (1,2%) insieme a Spagna e America Latina. Di fatto, in Italia il traffico e-commerce generato dai social media è pari all’11% e supera la media globale, dove il dato è stabile all’9%. Se a livello globale, il traffico social generato da tablet ha registrato la crescita maggiore (con un aumento del 4% rispetto al terzo trimestre 2020), in Italia il device che fa da padrone, e che genera più traffico, è invece lo smartphone (13%), un dato coerente e in linea con i dati del il terzo trimestre 2020.

Le previsioni per lo shopping natalizio

Secondo le previsioni di Salesforce sui comportamenti di acquisto dei consumatori, per la stagione dello shopping natalizio 2021 a livello globale si prevede una crescita complessiva del 7% del commercio digitale. Per i mesi di novembre e dicembre le vendite digitali totali raggiungeranno il record di 1,2 trilioni di dollari a livello globale, e la crescita del commercio digitale sarà trainata da un aumento del 20% dei prezzi al dettaglio, nonostante sia previsto un minor numero di ordini (-2%).

Aumento dei costi: le ripercussioni su rivenditori, fornitori e consumatori 

Quest’anno l’aumento dei costi sembra essere in primo piano per rivenditori, fornitori e consumatori. Per i primi due sono tre i fattori che esercitano una pressione significativa sulla catena di approvvigionamento: la capacità produttiva, i costi della logistica e la carenza di manodopera.
Inoltre, i problemi di inventario e l’aumento dei costi di produzione faranno lievitare l’inflazione e ridurranno i margini, generando un conseguente aumento dei prezzi al dettaglio. I consumatori quindi vedranno aumentare i prezzi del 20%. Per fare fronte a questo aumento l’utilizzo della modalità di pagamento ‘compra ora, paga dopo’ rappresenterà probabilmente l’8% degli ordini online, per un totale di spesa di circa 96 miliardi a livello globale, rispetto al 4% degli ordini nello stesso periodo nel 2020.